Nel trentennale della caduta del muro di Berlino e del regime di Ceausescu, questo progetto analizza, in prospettiva storica e antropologica, il rapporto tra storia e memoria in relazione alla caduta del Conducator rumeno. Il progetto di ricerca prende spunto dal carteggio di un gruppo di quindici donne (quattordici rumene e una francese loro interlocutrice) che per cinque anni hanno intrattenuto una fitta corrispondenza, a partire dalle settimane successive la fine del regime di Ceaucescu e del comunismo. Il carteggio consente di seguire per cinque anni gesti, pensieri, speranze, delusioni e paure di un gruppo di persone immerse in uno tsunami storico, politico e culturale. Esso costituisce una traccia etnografica e un'inconsapevole fonte storica per analizzare, su un piano fenomenologico, il crollo delle cornici collettive e delle grandi utopie trasformatrici e il contemporaneo formarsi di una "faglia nel tempo". Il progetto si inserisce in quei lavori storico-antropologici sulla percezione del tempo che identificano negli eventi del 1989 una frattura storica che ha determinato un cambiamento di "regime di storicità", ossia un mutamento dei modi in cui gli individui percepiscono il tempo e la concezione stessa della storia, offrendo un inedito sguardo al femminile.
Della durata di tre anni, il progetto prevede anche un terreno etnografico di ricerca attraverso cui rintracciare alcune delle scriventi e comparare i mutamenti della memoria autobiografica a distanza di trent¿anni. Quest'analisi etnografica permetterà di comprendere come la memoria individuale si è inserita in più ampie cornici collettive, come il ricordo dell'evento si è modificato nel tempo e come è stato trasmesso alle seconde generazioni. All'interno del campo interdisciplinare dei cosiddetti memory studies, il progetto si inserisce nei più recenti studi dedicati alla memoria del marxismo e del comunismo, un filone ancora poco esplorato, offrendo una prospettiva di genere.