Lina Bo Bardi. Teatro ed impegno civile
Il contributo tratta la concezione, la storia e l’insolita conformazione del Teatro Oficina, progettato a São
Paulo in Brasile da Lina Bo Bardi insieme a Edson Elito e inaugurato nel 1994. In questo Teatro, il luogo
dello spettacolo è trasformato in un percorso-palcoscenico, in continuità spaziale con la città attorno, il
quartiere italiano della capitale paulista, Bixiga. Il progetto, grazie a un sistema di ballatoi contrapposti,
ristruttura l’edificio, risalente agli anni Venti, per farlo divenire uno dei luoghi più significativi della storia
della città. In esso vengono valorizzati i rapporti tra spettatori, attori e scena, la quale, attraverso un’ampia
vetrata, coinvolge anche l’intorno. Lo spazio teatrale è concepito come un luogo di culto, dove si svolgono
inusuali rappresentazioni, quasi dei riti nei quali a emergere è la natura brasiliana più profonda. La Bo
Bardi già in altri due teatri, in quello del MASP e del SESC Pompeia, aveva dimostrato un’attenzione a
rielaborare lo spazio delle rappresentazioni, per renderlo sempre più aperto ad accogliere quelle del teatro
sperimentale. Oficina, nella sua originalità, mira soprattutto a un’unione inscindibile, ma dinamica, tra
architettura e spettacolo, tra spazialità e concezione teatrale, tra città e arte. È un teatro che nasce come
rivisitazione della classicità e si arricchisce nel tempo anche di significati politici e sociali: la resistenza alla
dittatura prima, alla speculazione immobiliare paulista poi.