Esperanto, graphic archetypes, biophilia. Esperanto, archetipi grafici, biofilia
Oggi è diffusa l’idea che il linguaggio iconico sia quello dell’era informatica, basato su un simbolo
dal significato decifrabile con immediatezza a livello globale, tassello di un mondo virtuale che ha
definitivamente traghettato l’umanità sulle rive di quel tanto atteso Esperanto voluto da Ludwik
Lejzer Zamenhof, dagli effetti altamente benefici ma che nei giovani anche di medesimo idioma
rende la parola parlata ormai quasi obsoleta, effetto collaterale questo ovviamente indesiderato.
Tali tasselli iconico/informatici presenti nei nostri computer, tablet, cellulari ecc. vengono oggi
percepiti in modo del tutto diverso da come lo erano i simboli fino agli anni ’70 e oltre. Sono degli
enzimi o amminoacidi, degli agenti che svolgono svariate funzioni per noi. Ognuno di essi è un piccolo
robot, un buon amico che ci tiene compagnia e che, all’occorrenza, ci viene in aiuto per trovare
un’informazione, un’automobile in affitto, per effettuare una prenotazione, un piccolo divertimento,
ecc. Ciò che qui interessa di questi potenti tasselli pro–attivi è, da un lato, il loro rapporto storico/
evolutivo significante–significato, cosa per la quale è necessario chiamare in campo l’Esperanto
e gli archetipi grafici; dall’altro, capire se e come la città reale nel suo insieme possa trovarne giovamento,
oltre quindi alla dimensione miope dei monitor small, large e x–large. In tal senso è utile
operare un salto ontologico in direzione dell’ipotesi biofilica di Stephen Kellert, che possa aprire
a possibili scenari di interazione tra simboli pro–attivi e territori non solo urbano/ambientali tout
court, ma anche psicologico–comportamentali–percettivi, che stimolino a un uso fluido–dinamico
della città e dei suoi spazi. Analizzare gli archetipi grafici − secondo una visione XYZ − ed usarne
alcuni in tale chiave all’interno della biofilia, può rivelarsi utile a umanizzare la città trasformandola
psicologicamente, con l’aiuto del verde, dell’arte e dell’architettura, in un organismo amico, nei cui
tessuti resi vivi e non irritanti il fluido umano si senta protetto, avvolto e partecipe.