Le rampe piano-inclinate
Una rampa piano-inclinata costituisce il modo più semplice e comodo per far superare dislivelli alle persone, purché con pendenza non superiore al 12%. All’aumentare della pendenza si hanno due inconvenienti principali: da un lato l’articolazione del piede, in particolare quella piede-tibia, impone dei limiti ad una comoda e sicura percorrenza; dall’altro l’effetto di attrito necessario alla deambulazione diminuisce fino a perdere qualsiasi efficacia.
E’ evidente come il limite imposto all’entità della pendenza determini elevati sviluppi planimetrici e in definitiva considerevoli ingombri della rampa. Per tale ragione l’adozione del piano-inclinato all’interno degli edifici risulta in pratica una soluzione poco frequente, specie per l’edilizia residenziale, in relazione all’esigenza di economizzare gli spazi; tuttavia non mancano esempi di rilevante importanza architettonica come la promenade architecturale della Ville Savoje di Le Corbusier.
Oggi si va diffondendo l’impiego delle rampe a piano-inclinato nell’edilizia pubblica, incentivato dalle prescrizioni riguardanti gli handicappati motori: è indispensabile l’adozione di rampe a piano-inclinato per l’accesso al piano rialzato dall’esterno degli edifici, con pendenza non superiore all’8%. Analoghe regole valgono laddove occorre evitare sia all’interno che all’esterno degli edifici la presenza di gradini per il transito di persone o cose (passaggio di carrelli in alberghi, stazioni, industrie o di lettighe negli ospedali).