Zevi e Pellegrin: una storia comune
Una recente mostra al MAXXI di Roma1 ha illustrato la figura di Zevi attraverso le opere degli architetti che, nel tempo, ha promosso; un’incessante attività che si è espressa con l’invito e il sostegno nei concorsi, la pubblicazione delle opere su “L’architettura cronache e storia”, la diffusione delle ricerche e dei risultati di ciascuno in incontri, conferenze, dibattiti. Architetture e architetti che hanno contribuito a costruire l’esito formale più diretto delle sette invarianti zeviane. Tra essi risalta Luigi Pellegrin, geniale protagonista del secondo Novecento che, a tutt’oggi, è ancora misconosciuto se non dichiaratamente osteggiato dalla cultura architettonica italiana. Tra i due - Zevi e Pellegrin - vi è sempre stato un rapporto di stima e di reciproco rispetto, anche se a volte aspro e polemico per il non facile temperamento di entrambi. Comunanza che si è estesa a tutto l’universo zeviano: da Renato Pedio, storico caporedattore della rivista, a Luca Zevi, il figlio, che hanno partecipato ad alcuni dei progetti di concorso dello studio Pellegrin; ancora Luca, che ha scritto con Luigi Prestinenza Puglisi e Giovanni D’Ambrosio la monografia Luigi Pellegrin - Il mestiere di Architetto (2001).