La sperimentazione formale nelle architetture per la vacanza
I progetti di Alfredo Lambertucci che a vario titolo sono legati al tema del turismo si inquadrano in un quindicennio che va dall’inizio degli anni Sessanta alla metà degli anni Settanta.
In ordine cronologico, i progetti sono: due incarichi della famiglia Carracoy, le Case binate al Lido di Lavinio del 1962-63 e la Casa a Monte Livata del 1962; un progetto, forse da collocarsi in quello scorcio d’anni, per Casa Indri presso la Riviera Zanardelli ad Anzio; il Complesso residenziale-turistico a Vico Morcote lungo le rive del lago di Lugano, in Svizzera, nel 1964; un nuovo incarico dei Carracoy ovvero la Casa a Giulianova Lido (Teramo) del 1968; realizza nel 1969 la Casa che costruisce a Framura (La Spezia) per Alberto Aiello; a questa segue la Casa per l’amico pittore Wladimiro Tulli a Civitanova Marche del 1969-71; più grande sarà invece la scala dei due successivi studi, entrambi nella provincia di Macerata: l’Albergo ai Piani di Chienti, del 1974-77 e gli studi per il Complesso residenziale e turistico di Bolognola, costruito tra gli anni Sessanta e Settanta. Ed infine la Casa di campagna che costruì per sé a Genzano, 1973-76; la ristrutturazione di un casale a Città della Pieve per la famiglia Carracoy ( tra il 1980 e il 1990) ed infine il progetto per Casa Parboni, a Pescia Romana (Viterbo) del 1993-1994.
Le architetture che Alfredo Lambertucci ha disegnato per dar forma al tempo libero dei suoi committenti, ed in generale dell’allegra generazione che ha vissuto il boom economico italiano, sono edifici di grande ricchezza plastica e spaziale, sono il luogo in cui mette alla prova nuove ipotesi compositive e dove sembra voler credere strenuamente nella generosità dell’architettura, nella possibilità di plasmare spazi che siano lo strumento fisico per una vita gioiosa. Delle macchine per la felicità.