Spazi mediali delle migrazioni. Framing e rappresentazioni del confine nell’informazione italiana
I media giocano un ruolo centrale nel processo di costruzione simbolica e sociale della realtà; l’informazione definisce i contorni degli spazi definendo le identità, chi è dentro, le appartenenze, chi è l’altro, nonché le dimensioni esplicative e le attribuzioni di responsabilità che preludono alla formazione delle politiche pubbliche, cosa succede e cosa bisognerebbe fare.
Nella ormai pluridecennale esperienza dell’Italia e degli altri paesi avanzati questo ruolo è particolarmente evidente nella rappresentazione dei fenomeni migratori. Le ricerche che negli anni hanno indagato la capacità o (più spesso) l’incapacità del giornalismo di leggere la complessità del fenomeno, restituiscono un panorama disegnato da alcuni frame consolidati, un repertorio di immagini ricorrenti, rappresentazioni iconiche dello straniero, del “male”, del “nemico” e del “diverso”. A fronte della variabilità di situazioni, eventi, cornici politico-istituzionali, questo paesaggio mantiene coerenza nella costruzione di uno spazio del discorso che da un lato rigenera appartenenze nazionali e comunitarie e, dall’altro, legittima politiche di esclusione. A partire da una prospettiva sociologica sulla comunicazione e dai media studies e di analisi del discorso il contributo esplora i contorni di questo orizzonte culturale attraverso dati e case histories provenienti dai percorsi empirici e dalla letteratura internazionale sul tema. Ne risultano tre frame prevalenti − “della sicurezza”, “di crisi”, “pietistico” − nei quali apparati iconici, linguistici e metaforici definiscono le chiavi interpretative più comuni nella rappresentazione giornalistica del fenomeno migratorio.