Gomorra: diez años de conversación en aNobii
La lettura di libri è una esperienza che, plasmando il nostro immaginario, ci aiuta ad appropriarci della realtà, a comprenderla meglio, a costruire la nostra identità e la nostra visione del mondo. La lettura di libri ci educa ai sentimenti, alla riflessione. Ci sono libri per i quali questo ruolo di “attivatori di pensieri nuovi” è particolarmente stringente. Sono libri capaci di prendere per mano i lettori, facendoli uscire dai propri luoghi comuni, libri di cui i lettori si fidano. Gomorra è uno di questi: potente come pochi altri per la forza dirompente del suo ritmo narrativo, perché racconta la vita con un stile che mette insieme «il rigore della realtà e la suggestione della letteratura, il fascino del romanzo; la concretezza del dato e lo slancio della poesia». Gomorra è come un secchio d’acqua gelata in una estate torrida: doloroso, inebriante, necessario. Alberto Asor Rosa ha scritto: «Quando terminate la lettura di una pagina, oppure, ancor meglio, di un capitolo, quel che vi resta nella testa è come la traccia di un sogno che non avreste voluto sognare e pure avete sognato. Raramente l’Italia è stata penetrata in questo modo, fn nelle sue viscere, fin nelle sue più oscure profondità, da un narratore». In queste pagine non posso e non voglio pormi come ammiratrice di Roberto Saviano e della sua opera, bensì mi adopero a svolgere una operazione piuttosto difcile, ovvero distaccarmi dal suo testo e dalla passione che la sua lettura ha suscitato in me per abbracciare un’altra testualità, quella che la lettura del libro ha generato in altri (lettori).