Prodotti per edilizia (capitolo 14)
L’ industria italiana sta ragionando su cosa fare per superare la terribile caduta produttiva provocata dall’ epidemia del 2020. Alla precedente e meno grave crisi globale del 2008, l’ industria aveva risposto con tecnologie innovative, nuovi prodotti, riorganizzazione delle fabbriche, acquisizioni e fusioni. Al 2019 aveva recuperato solo in parte i livelli produttivi tra l’ altro con poca guida di politica industriale.
Già prima dell’ epidemia il quadro generale stava cambiando, stava finendo l’ era della globalizzazione e si è entrati nella quarta rivoluzione industriale che porterà a modificare il modo di produrre, il lavoro e gli stili di vita ad una velocità superiore rispetto al passato.
In Italia l’ occupazione al 2019 non soffriva numericamente, ma il lavoro si è dequalificato. La fermata del mondo nella primavera del 2020 ha drammatizzato le cose.
Sarà difficile per le imprese rispondere a questa caduta con le proprie forze, sarà erosa la loro liquidità, ma il problema non è finanziario, cioè non si risolve con i soldi pubblici, il problema è strategico ed esistenziale. Il digitale faciliterebbe il trasferimento tecnologico alle imprese anche piccole e consentirebbe loro di partecipare al progresso e allo sviluppo: ma l’ Italia è molto indietro anche in questo.
Per investire in competenze, ritrovare il valore del merito, recuperare posizioni nel ranking mondiale, occorrerebbe un progetto “Competitività” serio e di legislatura ed una diffusione delle conoscenze.
Il volume dal titolo “Industria, Italia” riporta i risultati di un lavoro intenso svolto da 23 docenti di “Sapienza” Università di Roma, coordinati da Riccardo Gallo, docente di Economia Applicata presso la facoltà di Ingegneri. I docenti appartengono a sei facoltà differenti: Architettura, Economia, Farmacia e Medicina, Ingegneria Civile ed Industriale, Ingegneria dell’ Informazione, Informatica e Statistica, Lettere e Filosofia. Un volume che si basa sull’ interdisciplinarità, grazie all’ incontro e alla collaborazione tra uomini di cultura, economisti e tecnologi.
Il volume è strutturato in tre parti la prima esamina lo sviluppo industriale dal 2000 al 2019 (ieri), la seconda (oggi) considera la crisi del 2020 e la confronta con altre precedenti, la terza (domani) offre soluzioni tecniche ed economiche per gli anni a venire.
I settori industriali presi in considerazione sono diversi, la Chimica, la Meccanica, il Sistema moda, l’ Arredamento, la Farmaceutica, la Stampa, per citarne alcuni, si sono, cioè, considerati 20 settori industriali, di cui i docenti-autori sono specialisti, analizzato il passato e proposto soluzioni per il futuro.
Emerge complessivamente che il valore aggiunto pro capite per addetto sta diminuendo in tutti i settori industriali e che le soluzioni future possono essere il digitale, la green economy, specie nel settore edilizio e delle grandi opere e la diffusione delle conoscenze.
“Sapienza” ha messo a disposizione della comunità le diverse competenze ed esperienze di cui dispone, interagendo con il tessuto produttivo del nostro paese, e rispondendo al concetto di “Terza missione” che l’ Università deve e può svolgere.