Die Erinnerung an Altes bewahren — Die Restaurierung antiker Monumente zur Zeit der Einigung Italiens
Subito dopo la presa di Roma nel 1870 fu istituita la Sopraintendenza agli scavi d’antichità e per la custodia e la conservazione dei monumenti della provincia di Roma. L’affermazione del controllo statale sulle antichità è un indizio dell’importanza che il patrimonio archeologico avrebbe avuto per il nuovo Stato, anche come strumento propagandistico di affermazione del potere laico su quello clericale. L’immagine dell’antichità attraverso i suoi monumenti costituiva un valore di unità nazionale anteriore al periodo di dominio dello Stato pontificio e pertanto poteva essere utilizzato in chiave anticlericale. In questo contributo prenderò in considerazione il dibattito sull’archeologia dopo l’unità d’Italia in particolare focalizzando l’attenzione sulla conservazione e il restauro dei monumenti esistenti unito agli scavi da effettuare nelle aree più simboliche.
L’attenzione per l’antichità rappresentava una sorta di nuova religione di stato. La venerazione per il passato antico aveva fortemente influenzato la scelta di Roma come capitale e ora si manifestava nello zelo mostrato nella conservazione e protezione delle testimonianze fisiche di quel passato. I monumenti riportati alla luce andavano ora inseriti nella città moderna.