Il tredicesimo libro dei Dialoghi di Seneca. Le lettere 58-66. Con un'analisi del modello platonico sotteso alla lettera 58
Le cornici delle lettere 58-66 di Seneca fanno riferimento a dialoghi che il filosofo avrebbe intrattenuto con degli amici e che riferisce a Lucilio; questi elementi dialogici ‘vissuti’ si sovrappongono al dialogo a distanza con Lucilio. A questa peculiarità formale corrispondono contenuti prevalentemente teoretici, in cui si fa sostanziosa la presenza di Platone. Le cornici dialogiche sarebbero dunque una forma di omaggio agli scritti del grande filosofo ateniese, e anche l’introduzione più adatta per trattare temi a lui cari. In questo contesto, la lettera 58 è un caso peculiare. La trattazione dell’ontologia platonica, di chiara derivazione manualistica e attribuite ad un interlocutore del dialogo, è contenuta nella parte argomentativa della lettera; d’altra parte, la sezione introduttiva e la conclusione, in cui Seneca parla in prima persona, contengono una trama di allusioni al Cratilo di Platone. In tal modo, dimostra la pochezza del suo interlocutore, e la propria erudizione. Dunque, Seneca costruisce un testo su modello dei dialoghi platonici, in cui il suo interlocutore, quello che espone l’ontologia da manuale, corrisponde al compagno ingenuo di Socrate, che si illude di sapere tutto, mentre lui stesso, che racchiude questa esposizione in una raffinata riscrittura del Platone originale, corrisponde a Socrate.