Schiavi e padroni ad Ostia. Alcune riflessioni su un rapporto sociale ambivalente

02 Pubblicazione su volume
Caldelli MARIA LETIZIA

Il contributo cerca di indagare la condizione dello schiavo ad Ostia e Porto per vedere se, al di là della definizione giuridica che li accomuna, le loro condizioni reali siano simili o diverse e, in questa seconda ipotesi, il ruolo che abbiano, tra le altre cose, i legami. Sembra infatti che la qualità della persona di cui si è schiavi e il rapporto di vicinanza / lontananza con questa determinano esiti diversi nella condizione servile. Il dossier considerato ammonta a 80 iscrizioni lapidee, l’1,68% dell’edito, messe da parte sia le iscrizioni da cui non risulta un rapporto schiavo / padrone, sia le iscrizioni integrate, con integrazione incerta. Il quadro che ne emerge è quello di una realtà urbana dove circola un diffuso benessere e dove, almeno per i primi due secoli e mezzo dell’impero e a giudicare dall’epigrafia, il rapporto schiavo / padrone non pare delinearsi in termini di conflittualità: l’assenza di grandi familiae servili, il rapporto di vicinanza tra schiavo e padrone, la larghezza con cui si faceva ricorso alla manomissione possono aiutare a spiegare il fenomeno. Certo, la situazione non sarà stata sempre idilliaca.

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