Tecniche di rivestimento a Leopoli-Cencelle. La stilatura come elemento di definizione di una facies costruttiva

04 Pubblicazione in atti di convegno
Doronzo Giulia, Follega Jessica

L’analisi delle tecniche costruttive, delle tracce di lavorazione sul materiale lapideo e in generale su tutto ciò che riguarda l’archeologia del costruito a Leopoli-Cencelle è tutt’ora in fase di studio e continuo aggiornamento; sembrano in ogni caso delinearsi diversi grandi periodi storici confortati dalle fonti e dai dati di scavo che sono: la fase altomedievale di IX-X secolo, seguita da un periodo di transizione di XI secolo dopo il quale si attesta la grande fase di età comunale di XII-XIII secolo. Dopo il terremoto avvenuto a metà XIV secolo si sviluppano ulteriori caratteristiche tecniche costruttive che prevedono un forte riutilizzo del materiale almeno per l’edilizia privata.
Appartengono proprio a questo periodo le strutture ancora visibili in elevato nella città, comprese le mura urbiche.
Quest’ultima facies costruttiva è caratterizzata da un materiale lapideo particolare, di natura vulcanica, come la trachite il cui utilizzo preponderante risulta attribuibile, ad una prima analisi, alla fase di età comunale e a quella post-terremoto che vede appunto la ricostruzione di gran parte della cinta urbica. Alla luce di questo range cronologico piuttosto ampio esistono altri indicatori archeologici da valutare per ottimizzare l’analisi delle tecniche di costruzione e focalizzare sui cantieri costruttivi che si sono susseguiti nel tempo.
Tra questi indicatori verrà presa in considerazione e analizzata la stilatura dei blocchi, considerando la sua presenza nel contesto, la modalità di stesa della malta e, in generale, la tecnica di rivestimento.

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