La rilevanza dell'Inclusive Design nella progettazione architettonica e urbana

02 Pubblicazione su volume
Dell'Aira Paola Veronica

L’Inclusive Design (ID) non è una categoria progettuale, non una disciplina a sé, non un settore nel quale esprimere competenza posseduta. L’Inclusive Design sfugge al registro delle conoscenze da acquisire e capitalizzare. L’Inclusive Design non ha traguardi da conseguire e mettere agli atti. L’Inclusive Design si muove. Non si ferma. Non può affidarsi a norme poiché non è cosa da "applicare". Esso, piuttosto, sospinge la ricerca. La invalida e la declassa qualora essa si appunti su raggiungimenti o su certezze. L’”incontornabile” materia di cui si sostanzia e che ne costituisce il presupposto principe si lega infatti, indissolubilmente, al “fattore umano”; dev’essere quindi un’attività costantemente ed elasticamente aderente alla vita.
Il suo definirsi “inclusivo”, però, presume il suo distinguersi da ogni alternativo approccio progettuale che si attesti invece su esclusività, selettività, specialismo.
Il contributo approfondisce i termini dell'approccio "inclusivo" alla progettazione riferendo del fruttifero scambio tra le rispettive unità di ricerca di Sapienza Università di Roma e della Università KU di Leuven in Belgio: il DiAP, Dipartimento di Architettura e Progetto, e il Department of Architecture dell'Engineering Science Faculty

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma