La superficie dello spazio pubblico. Il lavoro “sul piano” nel progetto dei vuoti urbani

02 Pubblicazione su volume
Dell'Aira Paola Veronica

Il Saggio affronta il tema del “ritorno alla superficie” che impegna l’odierna progettazione dello spazio aperto urbano: una dimensione malvista dal pensiero moderno, la quale torna oggi ad assumere peso e ... “rilievo”. La superficie, l’orizzontale come la verticale, non è più lo spazio della capricciosa decorazione. Landscaping, texture, colorazioni, effetti tattili, visivi, sonori, sono oggi materiali strutturanti. Configurano azioni deboli dagli effetti forti. Il suolo, in particolare, è la “pelle” dello spazio pubblico, il suo volto. Promenade, piazze, slarghi, crocevia, tendono oggi a complessificarsi in prestazionalità e immagine, intensificando l’esperienza fruitiva. Indicano funzionalità specifiche, attraverso un design a palinsesti. Tirano le linee a terra dei giochi di squadra, tracciano le mappe d’installazione dei manufatti di arredo, alloggiano le reti tecnologiche, danno luce e aria ai sottosuoli, incorporano l’illuminazione. Come le facciate, anche i suoli moltiplicano la propria stratigrafia divenendo complessi congegni tecnologici e bioclimatici. Come pareti ventilate, pavimenti montati “a secco”. Come schermi verticali, brise-soleil e serigrafie a parete, così anche alti e bassi, ondulazioni e dislivellamenti, suoli tecnici, pavimenti galleggianti, reticoli plug-in, parterre verdi: dal second screen al ... second pavement!
Il testo ne illustra tecniche, sviluppi morfologici, fattibilità. Ne traccia un excursus di esempi dalla storia passata e recente.

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