Illegalità. Illegality

02 Pubblicazione su volume
Morgia Federica

Il territorio dell’Appia, dal punto di vista normativo, viene considerato zona di rispetto dal Piano Regolatore del 1931, area sottoposta a vincolo paesaggistico con il PRG del 1961 e Parco Regionale dell’Appia Antica dal 1998.
Nonostante il progressivo regime di tutela vengono realizzate abusivamente nel Parco, tra gli anni ‘50 e ‘70, la borgata di Tor Fiscale e l’area di Cava Pace. Tra il 1985 e il 2003, anni compresi tra i tre condoni edilizi, l’abusivismo si configura come un sistema di regole alternativo a quello della pianificazione urbanistica. Il fenomeno nel parco, presenta delle anomalie rispetto al panorama nazionale. La prima riguarda un dato quantitativo. Mentre nel territorio comunale gli abusi edilizi diminuiscono nel Parco dell’Appia si registra una forte crescita degli illeciti. Il processo di contaminazione delle aree protette si presenta come elemento strutturante del fenomeno. La nuova espansione edilizia illegale fa leva sullo strumento del Condono Edilizio come mezzo di pianificazione ex post e si installa in aree molto appetibili per redditizie speculazioni.
La seconda anomalia riguarda un dato tipologico-qualitativo dell’abusivismo. Se, fino alla fine degli anni ‘80, l’abusivismo nel Parco dell’Appia è sempre stato sinonimo di ville lussuose e abitazioni di pregio, da questo periodo in poi, la maggior parte degli illeciti ha destinazione d’uso commerciale e terziaria. Il cambiamento morfogenetico subito dall’abusivismo è giustificato dall’uso che la città fa del parco. Questo territorio, un grande cuneo verde di 3400 ettari che dai Castelli Romani raggiunge il cuore della città, si configura come una smagliatura nel denso tessuto urbano. Il Parco viene utilizzato come spazio di transito veloce per raggiungere altri luoghi della città. La rete infrastrutturale esistente che percorre l’area connette i quadranti sud-ovest e sud-est della capitale. Collocandosi lungo queste direttrici, le attività commerciali che vi si insediano godono di estrema accessibilità proprio perché situate in ambiti di attraversamento rapido e in luoghi prossimi a centralità urbane.

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