Come proseguire e sviluppare una “critica riflessiva” apprendendo dalla postcritica. A proposito di Latour e Felski
Il saggio discute le proposte post-critiche di R. Felski e B. Latour, ne mette in luce le non lievi differenze ma insieme la comune strategia argomentativa, consistente nell’assumere quale esclusivo criterio di valutazione di una teoria la sua fecondità pratica ovvero la sua efficacia performativa. Intento principale è quello di mostrare come, sulla scorta di un approfondimento del linguistic turn novecentesco o meglio del distinguibile ruolo del linguaggio nella diversa costruzione e auto-costituzione di mondi naturali e storico-sociali, solo la ripresa e trasformazione di una impostazione critico-riflessiva consenta di mettere a frutto importanti intuizioni e suggerimenti della post-critica, ad es. a riguardo dell’incidenza di viventi o cose inanimate entro il mondo storico-sociale o anche a riguardo del ruolo dei soggetti, oggetti di studio, nella elaborazione e convalida di una teoria sociale, senza però cadere in riduttive concezioni dell’azione e della soggettività, ma anzi spingendo verso una più adeguata tematizzazione. Con critica riflessiva si intende qui una impostazione che, indagando i processi ‘reali’, sappia dar conto delle condizioni e dei limiti di possibile controllabilità/testabilità delle proposte teoriche a loro riguardo, linguisticamente articolate e avanzate.