Rousseau
Romanziere di grande successo, musicista e musicologo, esperto di botanica, autore di un’autobiografia, le Confessioni (1770), paragonabile per impor- tanza solo alle Confessioni di Sant’Agostino, e di un libro sull’educazione, Emilio (1762), che costituisce uno dei grandi testi pedagogici dell’Occiden- te, Rousseau ci ha lasciato un insieme di opere che costituisce tutt’oggi un elemento imprescindibile per la cultura europea. Ma sono soprattutto i suoi scritti di filosofia della storia, di morale e politica che hanno avuto maggior rilievo in ambito filosofico. Legato in un primo tempo agli enciclopedisti [ 00.00], a partire dalla metà del Settecento – quando l’Illuminismo francese era nel pieno del suo sviluppo – Rousseau elaborò un suo pensiero origina- le e influente, che sarà oggetto fin da subito di entusiasmi e dissensi, ed è ancora ampiamente dibattuto ai nostri giorni.
La fiducia nel progresso dell’umanità (cioè nel fatto che il genere umano sia destinato a un lento ma incessante miglioramento), la divisione dei poteri nell’ordinamento dello Stato (tesi sostenuta da Montesquieu nel saggio Lo spirito delle leggi, 00.00), la democrazia rappresentativa, il ruolo educativo delle scienze e delle arti, sono alcuni dei principali ideali illuministici che Rousseau metterà in questione. Molto apprezzato da Kant per il suo pensiero morale, fu venerato dai rivoluzionari per le sue teorie politiche e, per altri aspetti, anticipò una nuova sensibilità, che sarà propria del Romanticismo.