Gli strumenti del pensiero vol. 3
I motivi che ci hanno spinto a intraprendere questo lavoro sono di ordine culturale, didattico e scientifico.
I motivi che ci hanno spinto a intraprendere questo lavoro sono di ordine culturale, didattico e scientifico.
Un grande filosofo italiano del diritto e della politica, Norberto Bobbio (1909- 2004), ha scritto che «l’alfa e l’omega della teoria politica è il problema del potere: come lo si acquista, come lo si conserva e come lo si perde, come lo si esercita, come lo si difende e come ci si difende da esso. Ma lo stesso problema può essere considerato da due punti di vista diversi, o addirittura opposti: ex parte principis o ex parte populi. Machiavelli o Rousseau, per indicare due simboli» (N. Bobbio, Teoria generale della politica, Einaudi, Torino 1996, p. 432).
L’idea socratica che gli esseri umani compiano il male per ignoranza è alla base di quello che, nella tradizione filosofica, è chiamato “intellettualismo etico”: si fa il male perché si commette un errore di tipo intellettuale, e si persegue il male pensando di perseguire il bene. Già Aristotele, tuttavia, sostiene che la malvagità può essere volontaria: è possibile conoscere il bene e tuttavia compiere il male. È questa la visione che si affermerà con maggior forza nella modernità e che, intuitivamente, sentiamo più vicina alla nostra esperienza.
«Ma che cosa sia la bellezza, non so» scriveva Albrecht Dürer (1471-1528), il più grande artista tedesco del Rinascimento, e autore di un importante Trattato sulle proporzioni umane, pubblicato poco dopo la sua morte. A questa confessione di ignoranza, tuttavia, Dürer si affrettava ad aggiungere queste parole: «che cosa sia la bellezza lo sa soltanto Dio».
Schelling è stato uno dei protagonisti di spicco del primo Romanticismo e dell’idealismo tedesco. In realtà Schelling è una figura autonoma e molto complessa e il suo pensiero filosofico, che si sviluppa in un arco di tempo lungo quasi mezzo secolo, offre continuamente motivi per nuove “ri- scoperte”. Ciò è dovuto anche al fatto che il pensiero di Schelling matura attraverso diverse fasi, ciascuna dotata di una sua peculiarità che la rende irriducibile alle altre.
La Critica della facoltà di giudizio è un’opera molto ricca e complessa ed è stata spesso gravemente fraintesa con semplificazioni del tutto errate: per esempio, c’è chi ha pensato che derivasse da una visione scolastica della filosofia, per cui Kant, dopo aver trattato del “vero” nella prima Critica, del “buono” nella seconda, volesse ora completare il suo sistema con una Critica del “bello” (secondo la triade scolastica di “vero, buono e bello”).
Per capire gli intenti dell’opera, è utile chiedersi perché Kant non usi il ti- tolo di “Critica della ragion pura pratica”. Il motivo di questa scelta è im- portante: Kant intende infatti analizzare l’intera ragione pratica (pura e non pura), cioè l’intero ambito delle azioni guidate dalla ragione, per ve- dere se tra queste azioni si dia la possibilità di azioni determinate da una ragione pura pratica, cioè non condizionate da interessi strumentali, da bisogni o desideri empirici, ma da un dovere morale.
Tra il 1770 e il 1830 la Germania conosce una straordinaria stagione di vita- lità filosofica, artistica e letteraria, a cui ci si riferisce solitamente come l’età classica tedesca (deutsche Klassik).
Baruch Spinoza occupa un posto di grande rilievo nella tradizione filosofica occidentale e i suoi scritti continuano a ispirare intellettuali e filosofi con- temporanei. Quali sono i principali aspetti del suo pensiero che lo rendono ancora così presente nel dibattito filosofico, scientifico e politico attuale?
Nonostante la sua breve vita durata solo 39 anni, Pascal ha lasciato un segno indelebile in molti campi del sapere: i primi sistemi operativi dei computer Macintosh e Windows sono stati scritti con un linguaggio di programmazione
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