Blaise Pascal
Nonostante la sua breve vita durata solo 39 anni, Pascal ha lasciato un segno indelebile in molti campi del sapere: i primi sistemi operativi dei computer Macintosh e Windows sono stati scritti con un linguaggio di programmazione
chiamato “Pascal”, proprio in omaggio al filosofo, in- ventore di quella che è considerata la prima macchina calcolatrice, la cosiddetta “Pascalina”; i fisici ricor- dano i suoi ingegnosi esperimenti per confermare le scoperte di Torricelli sull’esistenza del vuoto (negata da Cartesio) e per stabilire il peso dell’aria, cioè la pressione atmosferica; i giocatori d’azzardo – ma anche, come vedremo, i teologi e i matematici – gli sono debitori del famoso “triangolo di Pascal” (uno schema aritmetico che Pascal ideò per calcolare tut- te le combinazioni possibili di numeri predefiniti collocati nel suo triangolo e che nel gioco della roulette può dare indicazioni su come aumentare progressivamente la puntata per recuperare una perdita), degli studi sul calcolo della probabilità e sul calcolo infinitesimale; i gesuiti non lo potranno dimenticare per i veementi attacchi che scatenò contro il loro ordine (da cui deriva l’accezione negativa che ha nel linguaggio comune l’aggettivo “gesuitico” come sinonimo di
“falso” o di “ipocrita”); si deve a lui e a un gruppo di suoi amici il primo siste- ma di trasporto pubblico su cinque linee, un “tram” a cavallo realizzato a Pari- gi. Ma il suo contributo più bello e rilevante è l’opera, rimasta incompiuta, in- titolata Pensieri: un insieme di frammenti, più o meno brevi, che affrontano da un punto di vista filosofico e teologico il problema del senso della vita umana.