Disciplina delle crisi dell’impresa societaria, doveri degli amministratori e strumenti di pianificazione: l’esperienza italiana

01 Pubblicazione su rivista
Nigro A., Vattermoli D.
ISSN: 2282-2127

In materia di diritto della crisi molti ordinamenti e fra questi quello italiano si vanno lentamente “riassestando” secondo due direttrici fondamentali: la direttrice della progressiva anticipazione, dal punto di vista temporale, di quella che può definirsi la “soglia di attenzione” per le vicende di crisi; e la direttrice della crescente rilevanza degli strumenti di pianificazione in funzione di prevenzione o di soluzione delle crisi. Per la prima direttrice, con riferimento all’ordinamento italiano, basterà ricordare l’introduzione, ad opera della legge delega n. 155 del 2017, della disciplina degli strumenti di allerta e prevenzione, che fanno perno soprattutto sui particolari doveri gravanti sugli amministratori e che dovrebbero avere ad oggetto non soltanto le situazioni di crisi in senso stretto – intesa cioè come probabilità di insolvenza – ma anche tutte le situazioni di difficoltà suscettibili di sfociare in una crisi in senso stretto. Per quanto riguarda la seconda direttrice, basterà ricordare, sempre con riferimento all’ordinamento italiano, le diverse figure introdotte dalla riforma del 2005/2007, del piano di risanamento attestato, del piano nel concordato preventivo, del programma di liquidazione nel fallimento, figure sopravvenute a quella, primigenia, dei programmi di ristrutturazione o di cessione dell’amministrazione straordinaria ed alle quali si sono successivamente aggiunte altre figure: quella del piano nelle procedure di sovraindebitamento di tipo compositivo introdotte dalla l. n. 3/2012 (una sola delle quali, peraltro, può riguardare imprese anche in forma societaria), quella del programma di risoluzione previsto dalla nuova disciplina delle crisi delle imprese bancarie ed infine quella del piano di risanamento contemplato dalla recente normativa relativa alle società a partecipazione pubblica (art. 14, comma 2, d.lgs. n. 175/2016).
Il saggio dà conto, da un lato, della disciplina degli strumenti di allerta e prevenzione nel contesto delle crisi delle imprese societarie e dei correlati doveri degli amministratori e, dall’altro, della disciplina delle diverse figure pianificatorie presenti nell’ordinamento italiano. In ultimo, prendendo spunto dalla speciale disciplina dell’impresa bancaria, viene posto l’interrogativo in ordine all’opportunità di arretrare la soglia di attenzione delle situazioni di difficoltà della società sino al punto di giungere alla enucleazione di un obbligo in capo all’organo di amministrazione di predisporre adeguati assetti organizzativi che contemplino, tra l’altro, la pianificazione della gestione di una crisi dell’ente collettivo né attuale né imminente, bensì meramente ipotetica.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma