La tutela penale dei beni di interesse numismatico

04 Pubblicazione in atti di convegno
Borgogno R.

L'articolo analizza il concetto normativo di bene di interesse numismatico nelle particolarità che esso presenta rispetto al concetto generale di bene culturale. Le suddette particolarità traggono origine dal fatto che le monete, sin dall'antichità, si connotano non per la loro "unicità" (come di solito accade per gli altri beni culturali), ma per la loro "serialità". Di ciò il legislatore sembra prendere atto nella definizione di cose di interesse numismatico contenuta nell'art. 10, comma 4, lett. b) del Codice dei Beni Culturali, in forza della quale sono tali quelle monete che "in rapporto all'epoca, ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarità o di pregio". Partendo da questa definizione l'articolo si concentra sull'analisi degli orientamenti giurisprudenziali prevalenti che, forzando il dato normativo e facendo leva sull'interesse archeologico ravvisabile in ogni tipo di moneta ritrovata nel sottosuolo, hanno esteso la tutela penale delle cose di interesse numismatico anche a quelle prive di qualsiasi particolare pregio, così sostanzialmente applicando analogicamente in malam partem le norme incriminatrici previste dal Codice dei Beni Culturali. All'esito di tale analisi l'A. propone di ritornare ad una più equilibrata interpretazione delle norme in tema di protezione delle cose di interesse numismatico, dando atto di alcune timide e più recenti conferme di questo orientamento più garantista provenienti anche dalla giurisprudenza di legittimità

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