Una nuova teoria del potere tributario

01 Pubblicazione su rivista
Boria Pietro

La peculiare configurazione del potere tributario lascia lo spazio anche a costruzioni immaginifiche di matrice filosofica, che valgono essenzialmente ad accentuare la connotazione solidaristica di tale funzione primaria della comunità.
Sul presupposto di una diffusa e consistente diseguaglianza sociale tra ricchi e poveri nelle società industriali contemporanee, si prende atto che il sistema fiscale di carattere obbligatorio, stabilito dagli ordinamenti legali degli Stati democratici, non contribuisce a risolvere il problema della diseguaglianza. Anzi le tendenze attuali ad ancorare il prelievo sulla base della ricchezza radicata al territorio tende a privilegiare la tassazione dei redditi da lavoro e degli immobili, beneficiando il reddito da capitale dei nuovi ricchi.
L’esercizio teorico costantemente ripetuto dalla dottrina giuridica ed economica di progettare riforme fiscali non apporta nessuna seria soluzione ai problemi di tassazione dei redditi su base territoriale ed alla sperequazione in favore del capitale e del profitto.
Si propone così di sostituire all’obbligo legale un atto liberale del consociato: l’obbligazione tributaria si trasformerebbe in un dono, sostituendosi l’etica del dare alla soggezione obbligatoria alla legge.
Il potere tributario va rimeditato nella dimensione della società circolare per superare la routine di una fiscalità datata e ormai mortificante per valorizzare
meccanismi solidaristici in cui il singolo si senta davvero parte di una comunità orientata verso un ordine sociale aperto e coinvolgente. Si tratta, in buona sostanza, di promuovere un’etica fiscale ispirata dalla logica della coesione e dalla solidarietà verso l’altro da sé, nella direzione di una strategia sociale diretta verso l’inclusione e la tutela del bisognoso.

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