Nel potere, ma non del potere: le ambiguità e i rischi sulla via della Public Geography

01 Pubblicazione su rivista
Boria Edoardo, Marconi Matteo
ISSN: 0035-6697

In un tempo di profondi cambiamenti come quello che stiamo vivendo uno dei pericoli più gravi per una comunità scientifica è non trovarsi più d'accordo sul significato delle parole. Viene meno il senso di una condivisione tanto basilare quanto essenziale che conduce a incomprensioni e passaggi a vuoto finendo per prosciugare il dibattito culturale. Questo può succedere anche all’espressione public geography, e dunque ben venga l’iniziativa di discuterne collettivamente.
Nonostante i buoni argomenti, il timore non è stato fugato dal Manifesto per una “Public Geography” presentato a Padova nel settembre 2018 durante le Giornate della Geografia, né dalla controproposta che ha dato fiato al dibattito già scaldato in quella sede (“Public Geographies”. Per una geografia felicemente inutile, ma socialmente e politicamente rilevante). Non è nostra intenzione indugiare nel commento minuzioso di questi documenti. Però non c’è dubbio che essi propongano due posizioni molto diverse sull’argomento e rappresentative di altrettante concezioni della geografia e del mestiere del geografo. Pertanto, risulta utile per esprimere il nostro punto di vista sulla public geography usare retoricamente proprio questi due documenti, entrambi pienamente legittimi ma non completamente sovrapponibili alla nostra visione.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma