L'intervento del terzo nel processo costituzionale tra giurisdizionalità e politica

01 Pubblicazione su rivista
Severa Francesco
ISSN: 2281-2113

La spinta ad allargare il contraddittorio del processo innanzi alla Corte costituzionale risponde ad una pluralità di sollecitazioni: da una parte legate al tentativo di assicurare nella forma più ampia e pervasiva l'azione di difesa e tutela nell'ordinamento dei diritti fondamentali consacrati nella Costituzione, permettendo dunque, pur nei limiti dell'incidentalità, un più facile intervento nel processo per il soggetto che, pur non essendo parte del giudizio a quo, sia portatore di un interesse sostanziale tale da obbligarlo ad esercitare il proprio diritto di difesa perfino innanzi alla Consulta; dall'altra legate all'esigenza per la Corte di acquisire, nel confronto con soggetti portatori di interesse pubblico ammessi al processo,di acquisire “materiale esterno” utile e sufficiente a formarsi una valutazione il più possibile informata e consapevole, soprattutto su questioni che abbisognano di una dose assai rilevante di tecnicismo, in ragione di una sua successiva decisione. Entrambe queste linee di espansione presentato importanti elementi di criticità, indagati, nel presente contributo, sotto le due differenti ed antitetiche oscillazioni del "pendolo della Corte": l'anima giurisdizionale e l'anima politica. Partire dall'ontologia per definire la deontologia. E così provare a dare una lettura organica delle posizioni giurisprudenziali e dottrinarie sul tema.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma