I colori del Floreale a Napoli
La produzione del Floreale a Napoli si sviluppa in relazione al piano di ampliamento e di risanamento della città del 1885 e con la legge del 25 luglio 1912 emanata per il completamento del piano. È nei quartieri di nuova urbanizzazione delle colline del Vomero, Posillipo e Chiaia che a Napoli si diffonde l'innovazione tipologica e formale di un nuovo linguaggio architettonico che, come è noto, si sviluppa in Europa tra il 1880 e il 1910 con denominazioni e caratteri espressivi diversi a seconda delle nazioni interessate. In Francia e in Belgio il nuovo linguaggio architettonico prende il nome di Art Nouveau, in Gran Bretagna Modern Style, Modernismo in Spagna, Jugendstil in Germania, Sezessionstil in Austria, Liberty o Floreale in Italia, dal nome dei magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty. A Napoli il Floreale è legato alle opere di numerosi architetti tra cui Adolfo Avena, Giulio Ulisse Arata e Gregorio Botta che, intervenendo nel rispetto dei nuovi regolamenti edilizi, si fanno portavoci di una più moderna cultura architettonica che vede una integrazione di architettura e di arti decorative con l’abbandono di ogni assialità e simmetrie sia in pianta che in prospetto. Motivi floreali, delicate nervature, disegni vegetali definiscono modanature, finestre, ingressi, marcapiani utilizzando nuovi materiali, come il vetro, il ferro e le maioliche, portatori di un insieme di colori caratterizzanti ogni singolo elemento.