"Il rione Esquilino di Roma. Letture, narrazioni e pratiche di uno spazio urbano polisemico" di T. Banini, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2019.
L’idea di fondo che ha animato il progetto di ricerca culminato nel volume “Il rione Esquilino di Roma. Letture, narrazioni e pratiche di uno spazio urbano polisemico”, a cura di Tiziana Banini e finanziato da Sapienza Università di Roma, è stata quella di raccontare il quartiere utilizzando “documenti storici, dati statistici e cartografie, ma anche attraverso le rappresentazioni che ne sono state fornite (sotto forma di immagini, articoli della stampa periodica, film, opere letterarie, manifestazioni artistiche) e le auto-rappresentazioni di chi ci abita e opera a vario titolo” (p. 25). Si è trattato di un progetto di matrice transdisciplinare proprio perché ha coinvolto più discipline (etnomusicologia, geografia, letteratura italiana, storia contemporanea, storia dell’arte contemporanea, storia del cinema) ma in direzione di un medesimo obiettivo: quello di raccontare l’Esquilino al di là dell’immagine prevalente fornita dai media, che lo descrivono come uno spazio multietnico, problematico, emblema di degrado sociale e criminalità.