Restraints and seclusion in psychiatry: striking a balance between protection and coercion. Critical overview of international regulations and rulings
Le misure di contenzione e isolamento in contesti di cura psichiatrica vengono applicate a livello mondiale, nonostante l’insufficienza di evidenza scientifica che ne suffraghi la validità. Le possibili implicazioni cliniche, etiche e medico-legali derivanti da tali misure coercitive non sono trascurabili e presentano molteplici complessità. La presente rassegna è stata concepita con il proposito di fare luce sui criteri e i parametri più significativi elaborati e sottoscritti da trattati internazionali, istituzioni sovranazionali (come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc.), società scientifiche (American Medical Association, Australian Department of Health), enti legislativi e Corti di Giustizia. Gli autori illustrano diversi casi giudiziari, discutendo gli aspetti più significativi, le decisioni e le conclusioni che hanno aperto la strada a un approccio diverso, più restrittivo e più chiaramente delineato nei confronti delle misure di contenzione e isolamento che colpiscono pazienti psichiatrici. È ragionevole dedurre che i mutamenti legislativi, una maggiore attenzione nella salvaguardia dei diritti umani, le sentenze giudiziarie e le nuove opzioni terapeutiche siano tutti fattori che abbiano contribuito a influenzare l’incidenza e l’applicabilità delle misure di contenzione psichiatrica a un livello tale che, oggi, tali interventi risultano essere fra i più rigorosamente regolamentati nella pratica psichiatrica; gli operatori sanitari devono attenersi a precise regole cautelative quando decidono di ricorrere a tali interventi, i quali non devono mai essere impiegati al fine di sostituire una adeguata pianificazione terapeutica individuale. La casistica giudiziaria mostra come contenzione e isolamento debbano essere ponderati sempre nell’ottica del perseguimento degli obiettivi terapeutici; la capacità di comprovare e documentare che le misure contenitive siano state adottate nella dimensione di un percorso terapeutico, e non a fini punitivi o di “mantenimento dell’ordine”, nel rispetto delle linee guida e delle buone pratiche assistenziali, può giocare un ruolo fondamentale nel mettere al riparo gli operatori e le strutture sanitarie da accuse di malpractice e conseguenti contenziosi.