Aelius Marcianus. Institutionum libri I-V
Il volume indaga l’opus magnum di Elio Marciano, i libri institutionum, e ne predispone una palingenesi che tiene conto, oltre che degli elementi contenutistici dei singoli passi, anche dei paragrafi delle Istituzioni di Giustiniano riconducibili a quelle di Marciano, e di un frammento papiraceo recentemente attribuito all'opera del giurista.
Prendendo le mosse dalle scarse informazioni sulla carriera (il giurista fu attivo in età severiana), viene prospettata l’ipotesi che Marciano non sia stato soltanto un giurista ‘accademico’, ma possa aver svolto la professione forense o qualche ruolo nell’amministrazione della giustizia, pur senza mai giungere a incarichi pubblici degni di particolare rilievo. L’analisi dei testi - dai quali si è cercato di far emergere la sua 'genealogia' scientifica - sembra far risaltare una notevole dipendenza da Papiniano, del quale il nostro potrebbe essere stato discepolo. Dalle tematiche affrontate, dalle categorie concettuali e da alcune soluzioni proposte, si comprende come Marciano fu, alla stregua dei principali giuristi severiani, tra gli artefici del cosiddetto giusnaturalismo romano. L'impronta casistica delle sue Institutiones e il complesso delle caratteristiche dello scritto lasciano pensare che l'opera avesse le sembianze di un trattato con l’ambizione di rivolgersi a giuristi e a esperti di diritto, e che dunque non avesse intenti esclusivamente didattici.