Digital models for the analysis and communication of perspective space
Gli strumenti digitali assumono oggi un ruolo di primo piano per la conoscenza, la valorizzazione e la comunicazione dei beni culturali. Se si immagina di misurare il valore del patrimonio in termini di conoscenza e l’accrescimento di questo valore in termini di flusso della conoscenza, bisogna considerare i beni culturali nel duplice aspetto, materiale e immateriale, che li caratterizza. In alcuni ambiti artistici sussiste una stretta relazione fra l’opera d’arte e le teorie scientifiche che ne sono alla base. Fra questi un ruolo di primo piano deve essere riconosciuto alla prospettiva e alle sue applicazioni, in cui l’opera realizzata è il risultato dell’applicazione di teorie proiettive tramandate in secoli di storia in trattati e testi storici. La conoscenza dell’opera è dunque il risultato della interazione di beni materiali e immateriali, la cui consapevolezza ne favorisce la conservazione, ne promuove la valorizzazione ne alimenta la comunicazione. L’interesse per la prospettiva risiede nella sua attualità, e cioè dalla immutabilità che la caratterizza nell’ambito della storia della rappresentazione. I principi proiettivi su cui questa si fonda ricorrono infatti dalla rappresentazione grafica
alle più recenti forme di rappresentazione digitale. Oggi è possibile ricostruire in ambiente digitale parametrico la macchina prospettica nella sua forma più generale, quella della prospettiva solida, di cui la prospettiva lineare è un caso particolare. La parametrizzazione dei procedimenti proiettivi alla base della prospettiva permette l’esplorazione dinamica dello spazio proiettivo, nel suo divenire e nelle sue configurazioni limite, lo spazio reale e la prospettiva lineare. L’esplorazione di questi modelli ha una duplice finalità. Foriera di interessanti spunti di ricerca, si configura allo stesso tempo
come l’occasione per esplicitare e perciò rendere accessibile ad un pubblico vasto ed eterogeneo ciò che non è visibile, e cioè i principi teorici su cui il funzionamento della macchina prospettica si fonda.