Attraverso i vasti spazi. L'immagine della strada da Las Vegas alla via Appia
Con la pubblicazione, nel 1972, di “Learning from Las Vegas” il processo di riscoperta della strada acquista una nuova dimensione, ancora largamente inesplorata: quella delle relazioni territoriali e dello spazio vasto, dell’urbanità priva di configurazione formale e dello sprawl come prassi insediativa della città americana. Percorrendo e studiando con i loro studenti dell’università di Yale la Strip di Las Vegas, Venturi, Scott Brown e Izenour spostano l’attenzione dallo spazio urbano tradizionale alla città diffusa e comprendono che quella strada controversa nata al di fuori di ogni pianificazione, lungi dall’essere una semplice somma di oggetti caoticamente disposti, trova al contrario i suoi caratteri fondativi nel solco di ragioni simboliche e percettive chiaramente rintracciabili.
Attraverso un confronto, suggerito dagli stessi autori del testo, della Strip con la costruzione percettiva e morfologica della antica via Appia, si tenterà di comprendere quali principi compositivi e percettivi sottendano alla costruzione e alla significazione della strada quando questa si trovi ad attraversare lo spazio vasto; intendendo con questa accezione quei contesti privi di particolari connotazioni storiche o morfologiche. Le due strade presentano numerose analogie e corrispondenze, rintracciabili tanto nella loro dimensione territoriale, quanto nel modo in cui il loro tragitto si inoltra tra presenze figurative ma anche funzionali e simboliche.
Se è impossibile occupare lo spazio vasto con la sola corporeità, questo dovrà dunque essere caricato di senso e figuratività, affinché il viandante – come il giocatore d’azzardo – si senta accompagnato sul suo cammino da quella stessa umanità e cultura condivisa che abita il suo spazio quotidiano.