Soggettività e (nuove) connessioni. Robert Musil e le origini della mediologia
Fra le prove saggistiche più convincenti di Robert Musil, Spirito ed esperienza, La nazione come ideale e come realtà,
diversamente incentrate su quel grumo di questioni inerenti la realtà della nazione e della razza e il dibattito intorno al binomio Kultur e Zivilisation. Proprio su questi temi il grande scrittore austriaco, all’indomani della conclusione del primo confitto mondiale, prende a riflettere con assiduità, sottoponendo ciascun argomento al vaglio della sua proverbiale abilità “dissettrice”. Nel panorama tedesco spicca il teorema dell’“assenza di forma” della natura umana, che Musil elabora proprio in questi tre saggi, i quali si riveleranno un laboratorio di idee di capitale importanza e che nell’Europa attuale riecheggiano come un sinistro avvvertimento. La cultura, già dalla fine secolo, si ritrova in preda a una reazione passiva, meccanica e an-estetica al rapido e straordinario cambiamento tecnologico. L’uomo contemporaneo ha assimilato il nuovo ambiente, affollato di straordinarie innovazioni, ma ha smesso di avvertirlo come un prodigio; a tenere insieme la cultura non è più la tensione del desiderio..