La declinazione grafica del Liberty nei disegni di architettura di Gino Coppedé
Nel panorama architettonico italiano del primo ventennio del Novecento Gino Coppedé, architetto fiorentino di orientamento eclettico, nel corso della sua attività professionale svolta principalmente tra la Liguria e la capitale, si avvicina, lambendone i caratteri stilistici formali soprattutto nell’ambito del dettaglio, a quello che in Italia venne definito “stil-nuovo” o “stile floreale” o Liberty, in altri termini la declinazione nazionale dell’Art Nouveau. Il presente contributo ripercorre - mediante l’analisi critica basata sulle modalità rappresentative e quindi grafico-comunicative adottate dall’architetto - il suo ultimo periodo di attività, quello che lo vede impegnato in molteplici interventi in ambito romano. L’intento è stato quello di provare ad interpretare quanto la figura di un professionista come Coppedé, artefice di una architettura orientata verso il mondo della finanza e dell'imprenditoria e quindi legata all'esigenza del lusso, fosse effettivamente coinvolta nel nuovo movimento culturale, o per contro quanto questa adesione si limitasse ad un uso strumentale. Gli esiti riteniamo indichino una terza via: se ammettiamo tra i possibili indicatori di una specifica identità culturale i trattamenti grafici, le modalità rappresentative, i tagli dei disegni, l’opera di Gino Coppedé assume una denotazione autonoma, difficilmente identificabile in un ambito stilisticamente definibile.