Le “delizie” dei Bentivoglio a Bologna: la Viola e il casino di Annibale
I Bentivoglio possedevano due residenze di piacere all’interno delle mura di Bologna: la palazzina della Viola e il casino di Annibale. La prima, di piccole dimensioni e circondata da giardini, fu costruita probabilmente durante l’ultimo decennio del Quattrocento, in una zona periferica della città, entro la terza cerchia di mura. Dopo vari passaggi di proprietà, nel XIX secolo la palazzina della Viola fu assegnata all’Università di Bologna, che ancora la possiede. Il rilievo della fabbrica, che ha permesso di individuare le fasi costruttive dell’edificio, ha evidenziato che essa non è stata concepita durante un’unica campagna di lavori. La ricostruzione conferma inoltre l’attendibilità della famosa lettera di Sabadino degli Arienti, la più importante fonte di cui disponiamo per ricostruire lo stato originario della villa. Il casino di Annibale, pure menzionato nella lettera, costituiva l’altra residenza di piacere dei Bentivoglio. Esso, iniziato nel 1497 con accesso da Borgo della Paglia e giardino sul retro, sorgeva non lontano dal grande palazzo di strada San Donato. Il casino, stando a Sabadino, era sorto «per li secreti e solitari piaceri» del committente e dei suoi amici e, anche in questo, oltre che per il rapporto diretto con la strada antistante, si distingueva dalla Viola. Molto trasformato nel corso dei secoli, il casino di Annibale fu infine inglobato nell’attuale palazzo Bianconcini, i cui due cortili, con portici dai capitelli in pietra di raffinato disegno, conservano traccia dell’originaria fabbrica. Rispetto alla Viola, che nel tardo Quattrocento appariva come semplice rifacimento di una preesistenza medievale, la delizia di Annibale presentava caratteri architettonici più ricercati, a giudicare dai capitelli, anche se non è facile ricostruirne con precisione l’impianto.