Perspective ingenuity. Methods and tools for the construction of applied perspective
Tra Rinascimento e Barocco la prospettiva si declina in diverse forme nelle arti applicate, dalle prospettive architettoniche, alle grandi anamorfosi, alle scenografie teatrali. La sua “costruzione” in opera assunse un ruolo centrale, al punto di attrarre l’interesse di artisti e matematici che alternarono speculazioni di carattere teorico a soluzioni pratiche di tipo sperimentale. I cantieri prospettici del tempo divennero dei veri e propri laboratori in scala naturale, in cui le operazioni proiettive acquisivano forma fisica. Riprodotte in opera per mezzo di funi, aste e lumi queste consentivano la verifica sperimentale delle teorie enunciate. In questi luoghi di fabbrica-zione dell’illusione l’astrazione teorica trovava la sua ragione operativa, palesando quel fortunoso connubio fra arte e scienza su cui la tradizione prospettica si fonda. Di questa prassi operativa si ha testimonianza in modo frammentario nei trattati di prospettiva del tempo, nei capitoli dedicati alle applicazioni. Una lettura critica di tipo trasversale ha permesso di delineare un modus operandi comune, che si fonda sui principi proiettivi della prospettiva stessa e che risolve il problema della costruzione dei tracciati in termini di assoluta generalizzazione.