Il libro spagnolo a Roma nel XVI secolo
Nella monografia dal titolo Il libro spagnolo a Roma nel XVI secolo si indaga la presenza spagnola a Roma nel Cinquecento per quanto riguarda la storia del libro a stampa. Il lavoro di ricerca si concentra su Roma non in quanto luogo di conservazione libraria, bensì quale centro di produzione editoriale. Rientrano nell’accezione di «libro spagnolo» proposta dal titolo sia le opere di autori spagnoli che scrivono nella propria lingua come pure in latino (o che vengono tradotti in italiano), sia le opere di autori non spagnoli che tuttavia trattano di cose di Spagna, o ancora quelle opere di diverso argomento che vengono dedicate a personaggi influenti della comunità ispanica a Roma, quando non addirittura allo stesso sovrano spagnolo. L’elemento comune di tutto questo materiale librario così eterogeneo è dunque, oltre a Roma come luogo di pubblicazione, il fatto di possedere un vincolo più o meno diretto ed evidente con la Spagna.
La monografia è articolata in due macro-sezioni: una costituita da un repertorio bibliografico, in cui vengono numerate e ordinate alfabeticamente tutte le edizioni censite; l’altra, premessa a questa, strutturata come uno studio in cui si analizzano qualitativamente i dati bibliografici raccolti. Questa sezione si organizza in base a una divisione tematica desunta dalla sistematizzazione del sapere caratteristica del Cinquecento, spesso finalizzata ad allestire biblioteche secondo un criterio di classificazione universale dello scibile umano. In questo modo, le ventuno classi in cui Conrad Gessner divide la conoscenza del mondo nelle sue Pandectarum sive Partitionum universalium libri XXI (Zürich, Christoph Froschauer, 1548) sono servite da base di partenza, con gli opportuni adattamenti, per strutturare e studiare un’ideale biblioteca del libro spagnolo a Roma nel XVI secolo. Le tre grandi aree tematiche così individuate sono: la letteratura profana, la trattatistica accademica e la letteratura religiosa. All'interno della prima categoria si distingue ulteriormente tra letteratura in verso, che vede presente a Roma solo rare edizioni, e letteratura in prosa, a sua volta articolata in narrativa, Mirabilia Romae, storia ed antiquaria, relazioni di viaggio, relazioni politiche ed epistole. La trattatistica accademica scaturisce dall'ambiente intellettuale dello Studium Urbis e si articola secondo la partizione disciplinare delle arti liberali: grammatica, filosofia, scienze naturali, musica, medicina e teologia, al cui interno una sezione a parte è dedicata a diritto canonico e teologia morale, discipline cardine per l’intensa attività normativa della Curia romana, soprattutto a partire dal periodo della Controriforma. Infine, la letteratura religiosa si suddivide in libri liturgici, opere devozionali, scritti riguardanti le canonizzazioni, sermoni, statuti di arciconfraternite, ordini cavallereschi ed istituti religiosi, tutti in diversa misura legati alla comunità spagnola. Con l’ausilio degli studi storiografici e di storia del libro e attraverso gli elementi paratestuali delle edizioni stesse si ricostruiscono le vicende legate alle pubblicazioni, le finalità dell’autore, quelle dell’editore, i dedicatari dell’edizione, l’orizzonte di attesa cui quel libro va incontro, insieme ad altri preziosi dati che la materialità dell’edizione può fornirci sulla propria storia. Ciò che ne emerge è un quadro della presenza spagnola a Roma nel corso di un secolo in cui la stampa è elemento di prestigio, fattore di coesione di una comunità culturalmente vivace o strumento della propaganda degli interessi della monarchia ispana nella città papale.