Sara Dragisic

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Biopolitica: le recezioni di Foucault in Italian theory

Abstract: La nozione e il discorso di biopolitica, che abbracciano la questione della pratica del potere diretta all'individuo e al suo corpo, fino alla penetrazione del biopotere sull'intera popolazione come tecnica della biopolitica, si sono rivelati nella loro importanza per il dibattito filosofico contemporaneo in gran parte grazie alle opere di Agamben e Hardt e Negri, oltre ad altri nomi noti della cosiddetta Italian Theory. L'attenzione è stata restituita e focalizzata sul significato delle opere di Foucault, in cui, descrivendo la strategia generale del potere, cioè i meccanismi di governo delle persone fin dal XVIII secolo, Foucault ha tracciato il posto della biopolitica nel quadro della critica neoliberista. La sua analisi della nuova ragion di Stato che si manifesta con il liberalismo pone le basi per una teoria politica con l'accento sul problema della regolazione della popolazione, dove la vita è insieme condizione e condizionata dal sapere che la governa, cioè contemporaneamente criterio e finalità su cui si manifesta il potere stesso sulla vita e sul corpo. Nel processo che Foucault segna come trasformazione dei criteri che definiscono normativamente la politica umana, la nostra analisi si focalizzerà principalmente sulla questione del luogo della sovranità. La "statalizzazione" del biologico e dell'orientamento del corpo sociale e del suo ambiente per massimizzare la crescita capitalistica estesa a tutta la vita, lascia spazio alle potenzialità del discorso rivoluzionario di Rousseau? Può il discorso filosofico-giuridico opporsi alla direzione utilitaristica delle pratiche storiche e delle tecniche di governance derivate dal discorso del liberalismo? L'analisi del rapporto tra sapere e potere e il ripensamento del passaggio dall'archeologia del sapere alla genealogia del potere mostreranno nuove possibilità di soggettività politica. Qual è il rapporto dei fenomeni biopolitici contemporanei con i processi di frammentazione della sovranità e quali basi possiamo trovare nell'opporci a tale disgregazione rileggendo Foucault?

La seconda parte della tesi sarà dedicata ai biopolitici italiani, ovvero Agamben, Hardt e Negri, nonché a Roberto Esposito, e alle loro teorie biopolitiche. Le somiglianze e le differenze nella loro ricezione di Foucault illumineranno il quid proprium della filosofia italiana. La comunità che viene di Agamben, di qualunque singolarità, basata sull'etica della testimonianza e della “vita felice”, si dimostrerà insufficientemente fondata di fronte alle sfide politiche contemporanee? Il discorso postmoderno presente nella sua visione dell'umanità pura resta vano nel tentativo di spiegare i fenomeni biopolitici contemporanei più significativi? Problematizzazione della questione di quanto la figura del rifugiato si adatti ai non-cittadini di oggi, mostrerà in che modo legare il processo del divenire cittadini esclusivamente al crimine originario della politica limiti la visione dell'etica di Agamben, cadendo nella trappola del pensiero binario. Inoltre, l'analisi mostrerà che, anche se Hardt e Negri mostrano con numerosi esempi di essere consapevoli dei problemi di selettività della pratica politica occidentale contemporanea, i loro modelli di produzione ontologica della moltitudine rimangono insufficientemente chiari. Se la loro rappresentazione dell'Impero fornisce un supporto sufficiente per l'affermazione che l'imperialismo è stato sostituito da istituzioni legali sovranazionali, o piuttosto si tratta di posizionare male lo stato-nazione rispetto alle organizzazioni politiche internazionali? Il loro richiamo all'autotrasformazione della biopolitica attraverso la produzione affermativa che porta alle conseguenze antropo-ontologiche sarà confrontato con le teorie di Donna Haraway e Rosi Braidotti, alla ricerca di possibili metamorfosi per la nuova (post)soggettività. La concettualizzazione del paradigma immunitario da parte di Esposito sarà riesaminata come un passo verso una "biopolitica affermativa", così come la sua filosofia dell'impersonale, soprattutto rispetto alle idee trovate in Kafka, Simone Weil e Sloterdijk. La sua decostruzione della filosofia politica, la proposta dell'ontologia come pensiero istituente e l'analisi degli apparati politico-teologici metteranno in discussione la capacità della sua teoria di offrire la risposta politica alla crisi politico-istituzionale. Il neonaturalismo e il vitalismo di Esposito saranno confrontati con la psicoanalisi lacaniana esaminando l'attualità della costituzione discorsiva dell'Alterità.
Il progetto cercherà di fornire un quadro concettuale per pensare la biopolitica, analizzando le possibilità di una nuova lettura di Foucault e i pensatori postfoucaultiani. Durante questo processo consideriamo le complessità del mondo in cui viviamo e specifici fenomeni biopolitici contemporanei. Questioni di biotecnocrazia, umanesimo e umanitarismo, politica della scienza ed epistemologia, separazione tra sfera pubblica e privata sono alcune delle questioni che cercheremo di comprendere meglio scoprendo cosa sia la biopolitica, quali sono le sue manifestazioni oggi, nonché cosa significhi pensare in termini biopolitici.

Keywords

neoliberalismo
Biopolitics
Foucault
Italian Theory: Italian Thought: French Theory: neoliberismo
subjectivity
Political Philosophy

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