Un passaggio
Editoriale del n, di giugno 2020, sulla produzione di contenuti in biblioteca
Editoriale del n, di giugno 2020, sulla produzione di contenuti in biblioteca
Il saggio contestualizza i recenti lavori di storia delle biblioteche pubblicati in Italia negli ultimi anni, soffermandosi in particolare su quelli dedicati alla storia del servizio bibliotecario e presentando il progetto di ricerca intitolato L&L Lives and Libraries Lettori e biblioteche nell'Italia contemporanea. Confluito in un sito web, il progetto ha l'obiettivo di raccogliere i risultati di ricerche in corso e progetti che documentano l'uso delle biblioteche e l'impatto che questo uso ha avuto per le persone, con particolare riferimento all'Italia nell'età contemporanea.
Il primo periodico italiano di biblioteconomia e bibliografia è il «Giornale delle biblioteche», pubblicato a Genova dal 1867 al 1873, ma la prima rivista d’impostazione moderna è la «Rivista delle biblioteche» di Guido Biagi, fondata nel 1888 (dal 1895 «Rivista delle biblioteche e degli archivi»), che fu anche dal 1898 al 1906 organo della Società bibliografica italiana.
Discute i cambiamenti avvenuti nell'attività delle biblioteche negli ultimi quindici anni e le convinzioni dell'autore del volume in proposito.
Il saggio ricostruisce l'attività di Diego Maltese docente di Teoria e tecniche della catalogazione e classificazione alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università di Roma La Sapienza, tra il 1968/69 e il 1990/91, a confronto con la sua produzione scientifica e con le testimonianze di diversi allievi poi affermatisi nella professione.
La descrizione del cosiddetto materiale minore e in particolare dei bandi ed editti, manifesti e fogli volanti, costituisce uno stimolo alla riflessione sul loro valore documentario. I diversi approcci
L'intervento intende esporre alcuni risultati di una ricerca che io e Chiara Faggiolani stiamo conducendo da qualche mese. Questa ricerca ha preso le mosse da una ricognizione dello stato dell'arte delle indagini qualitative nelle biblioteche pubbliche italiane negli ultimi 5-6 anni, nel presupposto che questa metodologia abbia progressivamente preso piede e oltre ad aver prodotto interessanti risultati, abbia generato una importante quantità di dati, che – come noto nella ricerca qualitativa – sono di tipo testuale.
Editoriale al numero 1/2020: programma delineato dalla niova direzione della rivista
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