Critica/poesia. Piattaforme d’inizio millennio
Considerazioni sulla critica d'inizio millennio, in particolare quella della poesia, nel quadro delle nuove culture digitali
Considerazioni sulla critica d'inizio millennio, in particolare quella della poesia, nel quadro delle nuove culture digitali
Una testimonianza critica sul magistero di Edoardo Sanguineti, e la sua difficile eredità. Già comparsa, in versione semplificata, in inglese (tradotta da R.Longo Lavorato), nel volume a a cura di P. Chirumbolo e J. Picchione, "Edoardo Sanguineti. Literature, ideology and the Avant-Garde", London, Legenda, 2013. Il contributo è firmato con lo pseudonimo Tommaso Ottonieri.
Lo spazio come protagonista dell’architettura è uno dei principali temi dell’insegnamento di Bruno Zevi. Per questo si è scelto di intitolare la mostra, nell'ambito del convegno tenutosi presso la Facoltà di Architettura Sapienza di Roma, in occasione del centenario dalla nascita dello storico, Saper vedere lo spazio, riprendendo il celebre Saper vedere l’architettura e modificandolo per mettere in evidenza che per Zevi ciò che caratterizza l’architettura è lo spazio e la vita al suo interno è ciò che le dà senso.
Manfredo Tafuri (1935-1994), architetto e storico dell’architettura è stato una figura di riferimento nel dibattito architettonico e politico a partire dalle rivolte studentesche del ’63 e del ’68. I suoi interessi storici, cui ha dedicato
L'articolo ripercorre gli assunti che sono dietro la mostra su Zevi al Maxxi.
It is teh book review of a dense book dedicated to the work of the Italian Historian Bruno Zevi published in the Centenary of his death.
Ancora oggi riconosciamo un approccio italiano all'architettura che passa attraverso l’esaltazione delle sue “qualità ideali”; a questo, si affianca un secondo approccio al progetto, inteso questa volta come portatore di “qualità diffusa”. Queste due modalità “di inizio millennio” sono il frutto riveduto e corretto (mitigato nel primo caso, reso antimimetico nel secondo) degli approcci eroici e della coazione all’ambientamento, entrambi tipici del secondo Novecento.
Nell’aprile del 1974 Diana Agrest invita Manfredo Tafuri a tenere una lecture alla conferenza “Practice, Theory and Politics in Architecture,” a Princenton. Nello stesso anno il testo dell’intervento di Tafuri viene tradotto e pubblicato sulle pagine di Oppositions con il titolo “L’Architecture dans le Boudoir: The Language of Criticism and the Criticism of Language”.
In questo volume viene trattata capillarmente la nozione di T/tempo, rappresentata nelle varie declinazioni e sfaccettature in cui si articola all’interno dell’opera steiniana.
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