Dante Alighieri

Gramsci, Croce e il canto decimo dell'Inferno di Dante

Tra il 1929 e il 1932 Antonio Gramsci avviò uno studio sul canto decimo dell’Inferno di Dante. Le lettere a Tatiana Schucht e le undici note dantesche del quarto Quaderno furono momenti di una comunicazione con Togliatti e con il centro estero del Partito comunista, ma rappresentarono soprattutto uno straordinario tentativo di elaborazione filosofica ed estetica. Con poche fonti a disposizione, Gramsci definì in maniera originale il rapporto tra Farinata e Cavalcante e delineò una revisione dell’estetica di Croce, in particolare del rapporto tra «poesia» e «struttura».

Sulle rime dubbie di Dante

L’edizione critica delle rime di Dante a cura di Domenico De Robertis (2002) ha modificato, tra l’altro, il canone dei testi di dubbia attribuzione stabilito da Michele Barbi (1921). Questo contributo si propone di verificare: 1) la plausibilità dell’attribuzione a Dante dei nuovi testi certi; 2) la validità dell’etichetta “probabilmente di Dante” introdotta da De Robertis; 3) l’opportunità delle due uniche esclusioni totali dell’edizione critica.

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