Etimologia
Analisi delle occorrenze del lemma 'etimologia' e dei suoi corradicali all'interno della produzione leopardiana.
Analisi delle occorrenze del lemma 'etimologia' e dei suoi corradicali all'interno della produzione leopardiana.
Il saggio torna sull’etimologia del roman. e it. jella ‘sfortuna’, nota crux della nostra tradizione di studi, da una parte mostrando le difficoltà collegate ad alcune delle proposte in campo, dall’altra portando elementi a sostegno dell’« ipotesi di lavoro » avanzata nel 1998 da O. Lurati.
Il lavoro offre un contributo al chiarimento dell'etimo di it. sett. e ladino "brena" 'briglia', evidenziando la difficoltà di una ipotesi che ricostruisca una origine prelatina fondandosi sul fraintendimento del confronto con l'albanese.
Il contributo intende analizzare tutti i possibili continuatori ittiti della radice indoeuropea *steh2- 'stare', sia alla luce delle riflessioni belardiane del 1976, sia traendo spunto dalle osservazioni di H. Eichner (1988), O. Carruba (1986), A. Archi (1995) e R. Francia (2010), riflessioni che offrono il presupposto per tentare di offrire una nuova interpretazione etimologica del verbo ittito istanh- 'gustare, assaporare cibi', che viene dunque interpretato semanticamente alla luce di alcune teorie tratte dalla linguistica cognitiva (cfr.
L'articolo informa sullo stato dei lavori del progetto ERC, il cui scopo è sottoporre a trattamento etimologico sistematico il lessico oggi in uso nel dialetto di Roma. In particolare verranno discusse origine e storia – notoriamente complesse – di lemmi come sgommarello, cacchio, inguacchio, jella e intruglio; voci, cioè, di origine dialettale che, spesso per mediazione del romanesco, si sono poi diffuse anche nella lingua comune.
Il volume presenta la lettera B del Vocabolario del romanesco contemporaneo (VRC), a due anni di distanza dalla I (e J). Come si legge nel saggio introduttivo alla lettera precedente, l’opera è basata su rigorosi presupposti scientifici tanto nella selezione delle voci quanto nella sezione etimologica, curata da Vincenzo Faraoni e Michele Loporcaro, che in questo caso ha un’estensione particolarmente ampia.
This paper deals with the etymology of Romanesco ciufolà(re) ‘to whistle; to malign; to blab’ (Old Romanesco cifolàre), also occurring elsewhere in the dialects of Italia mediana, and its Tuscan and Italian counterpart zufolare.
Si presentano le caratteristiche del volume, il primo interamente dedicato all'etimologia e alla lessicologia romanesche, si dà conto dei contenuti dei saggi e si ricorda il maestro Max Pfister.
l volume, diviso in due parti e articolato in 17 capitoli, è il primo interamente dedicato al lessico del dialetto di Roma e a problemi di etimologia romanesca, affrontati a seconda dell’argomento da prospettive e con metodi diversi. Nella maggior parte dei contributi si discutono singoli lessemi o espressioni; in altri si muove invece da testi antichi, meno antichi, o recenti. Altri ancora si esercitano su questioni generali quali l’ambito operativo dell’etimologia capitolina o la patente di «romaneschità» attribuita a questa o quella parola da scriventi del passato.
Il saggio riprende l'etimologia di un termine fassano antico, agiók, da Belardi giustamente riferito al pomerium romano e ricondotto ad agiós "santo". Nel contributo si offre la spiegazione della velare finale, che allo stesso Belardi appariva difficile da giustificare, offrendo un'ipotesi che conferma il quadro storico-culturale intuito dal grande Maestro.
© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma