futurismo

Capri mondana e complice di seduzioni. L’isola dei baci. Romanzo erotico-sociale

Questo intervento si focalizza sullo spazio allegorico di Capri per come emerge da L’isola dei baci. Romanzo erotico-sociale (1918) di F.T. Marinetti e B. Corra. Al centro di questo romanzo, a fare da filo conduttore per tutta l’opera, rimane – mai semplicemente sullo sfondo – la bella isola, descritta come una sorta di Eden primordiale. L’isola dei baci si presenta come un “tipico” prodotto futurista, nel senso che mira a scioccare e a sovvertire le logiche della contemporaneità, veicolando una certa immagine degli appartenenti al Movimento.

Espressioni del corpo femminile nel futurismo. I manifesti di Valentine de Saint-Point, la Métachorie, l'aerodanza

Il saggio analizza le espressioni del corpo femminile nel Futurismo, dedicando, inizialmente, attenzione e commento al «Manifesto di Fondazione del Futurismo» e ad alcune pagine del romanzo di Filippo Tommaso Marinetti «Mafarka il futurista» di capitale importanza per la questione femminile all'inizio del XX secolo. Alla luce di queste premesse, il saggio analizza e commenta i due Manifesti di Valentine de Saint-Point, il «Manifesto della Donna futurista» e il «Manifesto futurista della Lussuria», mettendone in evidenza temi, legami con la cultura coeva e aspetti di originalità.

Futuristi e "spiriti liberi" alla festa-rivoluzione di Fiume

Il saggio analizza la rappresentazione che alcuni scrittori (Giovanni Comisso, Mario Carli e Léon Kochnitzky), volontari fiumani, diedero della loro esperienza a Fiume durante i sedici mesi in cui, dopo la fine della Grande Guerra, la città fu occupata dai legionari di Gabriele D’Annunzio. Dal settembre 1919 al dicembre 1920 si recarono a Fiume futuristi, intellettuali e artisti d’avanguardia vivendo una vita-festa trasgressiva e senza regole, che con Michail M. Bachtin possiamo definire “carnevalizzata”.

Un ventre di donna: romanzo chirurgico. Enif Robert come paradigma del corpo segnato

Questo intervento si propone di analizzare Un ventre di donna: romanzo chirurgico (1919) di Enif Robert e Filippo Tomasso Marinetti. L’autrice si serve della rappresentazione del suo corpo violato dalla malattia e dalla chirurgia, per riflettere, anche con l’aiuto dello stesso Marinetti, sia sul suo rapporto con il dolore, che sull'intrusione nell'intimità del proprio corpo. Da ciò scaturisce anche una riflessione sull'identità femminile: questa si trova perennemente in bilico nel sempiterno dualismo tra tecnologia e scienza da un lato, e sentimenti ed affetti dall'altro.

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