incompiuto

L’infinito raccolto. Paesaggio come opera aperta

Nel suo testo “Estetica. Teoria della formatività” Luigi Pareyson sostiene a proposito dell’opera d’arte che “la sua totalità risulta da una conclusione, e quindi esige di essere considerata non come la chiusura di una realtà statica e immobile, ma come l’apertura di un infinito che s’è fatto intero raccogliendosi in una forma”. Per Pareyson dunque un’opera aperta è un testo che permette interpretazioni differenti da parte del fruitore e si rende quindi disponibile a multiple letture e appropriazioni da parte di chi ne fa esperienza.

Chambord Inachevé

Il progetto elaborato dal nostro gruppo parte da un interrogativo. E’ possibile considerare, alla luce del suo processo formativo, Chambord un’opera aperta del 1500, un “monumento continuo” che ha cambiato il suo disegno e la sua forma nel tempo per presentarsi a noi in forma di incompiuto, in attesa, forse, di un’ulteriore trasformazione, seppur ideale, che permetta a questa straordinaria storia di continuare a vivere?

Incompiute, o dei ruderi della contemporaneità

Il volume fornisce una lettura dello stato dell'arte per quanto attiene il tema delle "architetture incompiute" e al contempo si pone l'obiettivo di sollecitare la cultura architettonica, urbanistica e politica a confrontarsi con questi spazi dello scarso, attravero la costruzione di strumenti idonei alla loro trasformazione. Il lavoro, muovendo dall'analisi del concetto di rovina nella società moderna, esplora i paesaggi dell'incompiuto e, di seguito, segnala le ricerche e le esperienze che in tale ambito si stanno producendo, anche al di fuori del contesto italiano

(non)finito. Disegni di architetture incompiute

Il libro raccoglie una sequenza di disegni di invenzione – affiancati dalla ricomposizione in forma di testo di una serie di appunti - la cui elaborazione ha accompagnato un percorso di ricerca condotto negli ultimi anni per portare in luce la necessità di restituire, nella pratica del progetto di architettura, una rinnovata centralità a strumenti quali la visione e l’immaginazione.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma