Leopardi

La “purità” della pagina a stampa. Leopardi postillatore a distanza

Il saggio è una ricognizione completa di tutto ciò che sappiamo riguardo al Leopardi lettore e postillatore di libri. Sono presi in considerazine i rari casi certi di postille d’autore, e alcuni casi dubbi. La conclusione è che Leopardi tende a non toccare i propri libri a meno che non ci sia qualcosa da correggere, e che le sue “postille” sono affidate ad appunti e non ai margini dei libri.

Introduzione

Questa introduzione al volume fa un bilancio degli studi leopardiani, disegnando un quadro delle tendenze principali che si sono succedute nella critica. Ne emerge un ricollocamento critico del poeta nel panorama italiano ed europeo

La prosa

Questo saggio percorre tutte le tappe del Leopardi prosatore dai lavori giovanili fino alle grandi opere della maturità. Comprende quattro grandi sezioni, che riguardano: i grandi saggi eruditi a sfondo cosmico-mitologico, il discorso sui romantici e la scrittura autobiografica, lo Zibaldone, le Operette morali.

Sulla ricezione di Montaigne tra Settecento e primo Ottocento (in particolare sul caso Alfieri)

The essay summarizes the critical debate on the dissemination of Montaigne's oeuvre in Italy in the Eighteenth and in the early Nineteenth centuries, adds further documents and suggests critical and methodological perspectives. In the second part it focuses in particular on two case studies: Leopardi and Alfieri, with a thorough discussion of Bartolo Anglani's recent book on Montaigne's and Rousseau's influence on Alfieri's autobiographical writings.

La monofagia del moderno egoista. Servitù e ‘vita activa’ in Leopardi

Il saggio prende spunto da un ricordo d’infanzia annotato nello Zibal-doneil 26 marzo 1820, che Leopardi rubrica sotto la voce “Servitori”. A partire da questo appunto, il contributo indaga la presenza del motivo della servitù, e del rap-porto servo-padrone, nel diario leopardiano e nei ricordi autobiografici raccolti nella Vita abbozzata di Silvio Sarno, intrecciandolo dapprima con le considerazioni rousseauiane sul tema (Émile e Confessions) e poi con il concetto arendtiano di ‘vita activa’.

La caduta e il ritorno. Cinque movimenti dell’immaginario romantico leopardiano

Questo libro vede Leopardi nell’orizzonte di poeti e pensatori post-illuministi e post-rivoluzionari. Da Coleridge a Novalis, da Sade al Goethe del Faust, fino a Henry Adams −− sullo sfondo Rousseau −− si snoda un racconto fatto di trame, motivi, immagini, idee, parole. Ne emerge il nucleo misterioso e inquietante dell’opera leopardiana, in cinque movimenti dell’immaginario che sono comuni a un’intera epoca: l’Inizio, il Consumo, il Vortice, l’Equilibrio, la Spirale. Ma il discorso torna poi sempre a un unico canto, A Silvia, storia poetica dell’umanità caduta, e risorta solo in ombra.

Virtù «solide» e virtù «apparenti»: note sul lessico morale di Leopardi tra «Crestomazia» e «Pensieri»

Il saggio prende in esame, da una prospettiva prevalentemente lessicale e semantica, l’indagine morale e antropologica condotta da Leopardi nei “Pensieri”, mettendone in evidenza, in particolare, il decisivo rapporto con la “Crestomazia” della prosa e ricollegandola alla diagnosi leopardiana della modernità.

La «nostalgia del passato»: su Pirandello saggista e Leopardi

Il contributo sonda l’incidenza leopardiana sulla produzione saggistica di Pirandello, a partire dai primi articoli fino ad Arte e scienza e L’umorismo (1908). L’intento principale è stabilire, tenendo conto della bibliografia sull’argomento, se e in quale modo la lettura dello Zibaldone (edito per la prima volta nel 1898-1900) abbia fornito a Pirandello spunti rilevanti per la riflessione sullo statuto della letteratura e sul rapporto modernità-tradizione.

I volgarizzamenti leopardiani di Frontone e Dionigi di Alicarnasso: appunti per una nuova edizione

I volgarizzamenti leopardiani di Frontone e Dionigi di Alicarnasso (1816-1817) sono ancora privi di una edizione filologicamente accurata e commentata. Soffermandosi sugli autografi e sulle copie conservate a Recanati, Firenze e Napoli, l'articolo prende in esame la tradizione manoscritta delle traduzioni, allo scopo di individuare i principali criteri di riferimento per una futura edizione critica.

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