Guerra, memoria e spoliticizzazioni
Ogni guerra è storia delle sue vittime. È questa convinzione a dominare oggi in maniera quasi incontrastata il discorso pubblico sulla Prima Guerra Mondiale. La riduzione di questa esperienza alla dimensione ontologica di una sofferenza senza spiegazioni né possibilità di risposta, è certamente figlia di un legittimo e comprensibile credo dell’uomo contemporaneo nell’inutilità di tutte le guerre. Essa però è anche testimonianza esemplare della crescente incapacità di pensare il rapporto sempre teso e problematico, mai fusionale, tra storia e memoria.