sati

Il sacrificio della sati e la ‘crisi della presenza’

Sebbene il rito d’immolazione della sat?, la «moglie virtuosa» che sale sulla pira del marito morto, rappresenti un tòpos annoso, dell’etnografia dedicata al subcontinente indiano, alcuni concetti centrali dell’etnologia storicistica di Ernesto De Martino potrebbero gettare su di esso nuova luce. Col presente articolo, si propone un’interpretazione di quel rito rinnovata sulla base della visione di De Martino: l’immolazione della sat?

La sat?: operatrice del sacro e spirito tutelare

Le caratteristiche del rituale indiano d'autoimmolazione della vedova virtuosa, detta sat?, dimostrano come il corpo femminile, nella sua materialità, sia considerato di per sé causa d'indegnità. Il dissolvimento volontario del corpo determina un rovesciamento dello status della donna, tale che ciò che in precedenza era nascosto e pressoché indisponibile, ossia il potenziale dharmico femminile, diviene finalmente palese e operante.

Postfazione

Il nibbāna non si lascia oggettivare, sfugge alle definizioni. È proprio il rifiuto a tratteggiare puntualmente il nibbāna che ne fa qualcosa che torreggia sullo sfondo dell'intero canone buddhista in lingua pāli. E ancora di più questa condizione ineffabile si staglia sulla scena quando i testi trattano di sati o consapevolezza. Il nibbāna non può essere rimosso dal quadro della pratica di sati, giacché meta primaria della sati è appunto il nibbāna.

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