teologia politica

L’enigma del Leviatano e “il primo ebreo liberale“. Carl Schmitt e Jacob Taubes a confronto su Hobbes

La storia del rapporto tra il giurista teorico del nazionalsocialismo Carl Schmitt e il rabbino Jacob Taubes è ormai nota grazie al racconto che quest’ultimo ha reso pubblico poco prima di morire, ma anche grazie ai riferimenti all’opera schmittiana contenuti nella trascrizione del seminario sulla Lettera ai Romani, oltre che alla pubblicazione dell’epistolario tra i due. Forse il documento più interessante di questa esplosiva relazione è la lettera che Taubes scrive a Schmitt da Parigi il 18 settembre 1978, dopo una delle sue visite a Plettenberg. Si tratta di uno scritto privato.

Dalla teologia politica alla fede nei mercati

Al cuore di questo lavoro c’è l’interesse per una relazione complessa, in gran parte confluita nell’elaborazione della «teologia politica» come categoria chiave per definire l’origine
teologica della politica moderna occidentale. Provare a esibire i limiti di questo approccio è uno degli scopi principali di questo testo.
Se, fino a non molto tempo fa, la politica moderna occidentale sembrava esaurita nella completa laicizzazione delle sue categorie,

Teologie e politica

Il legame tra la teologia e la politica è tornato prepotentemente in
primo piano, non solo con l’affermarsi di forme di radicalismo islamico,
ma anche con la rinnovata centralità del cristianesimo, e delle
forme di vita tradizionali a esso ispirate, nel “secolarizzato” Occidente.
Come provano a dimostrare i testi raccolti in questo volume,
però, fra la politica e la religione c’è una relazione ben altrimenti
complessa, in gran parte confluita nell’elaborazione del concetto

Jacob Taubes: genealogia di un percorso antinomico

Dopo le acclamazioni plebiscitarie del regime nazista e l'apocalisse storica della shoah, il rapporto tra religione e politica è il nucleo attorno a cui ruota la riflessione di Jacob Taubes. Questo intervento si concentra sulla sua interpretazione di Paolo di Tarso, in cui Taubes mette in evidenza il radicamento ebraico del discorso paolino e, al tempo stesso, sottolinea l’elemento antinomico presente nel patto biblico. Emerge così nella sua riflessione una nuova definizione della teologia politica, che contrasta l’unità «sovrana» tra il teologico e il politico proposta da Carl Schmitt.

Discussione di V. Rosito, La Teologia politica contemporanea. Paradigmi, autori, prospettive, Studium, Roma 2015

L’articolo guarda a due linee discorsive a proposito della teologia politica, di cui evidenzia i limiti. L’una è quella che, esemplificabile attraverso i nomi di C. Schmitt, M. Foucault e G. Agamben, muove dal “politico” in prospettiva o di una sua legittimazione (Schmitt) o di una sua genealogia (Foucault, Agamben), al fine di mettere in luce e compensare una fondamentale e costitutiva carenza del “politico”. L’altra, condotta da teologi cristiani (esemplificabile attraverso i nomi di D. Bonhoeffer, J.B. Metz, J. Moltmann, G.

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