Riattivare patrimoni abbandonati: il caso del S. Maria della Pietà

04 Pubblicazione in atti di convegno
Grimaldi Andrea, Imbroglini Cristina

La partecipazione del nostro gruppo di ricerca multidisciplinare al Progetto Europeo INSPIRE -INnovative Services for fragile People In RomE, ha avuto per case study la trasformazione del Santa Maria della Pietà di Roma da ex ospedale psichiatrico a cittadella per la cura e il benessere psico/fisico della popolazione fragile. L’assunto da cui si è partiti è che per innovare i servizi occorra innovare anche gli spazi, a cominciare da quelli esistenti. Il progetto si è rivelato così una preziosa occasione per mettere a fuoco alcuni temi di ricerca connessi alla riattivazione di patrimoni dismessi, abbandonati o sotto utilizzati: 1.il recupero e riuso di questi complessi, costituiti da edifici e spazi aperti - giardini, parchi, aree coltivate e verdi con elevati livelli di biodiversità - impone un confronto con i temi del restauro dei giardini e del recupero ambientale di un patrimonio vivente in continua evoluzione. La loro reinterpretazione progettuale può rivelare straordinarie potenzialità socio-ecologiche (rapporto tra prestazioni ambientali e prestazioni terapeutiche) che li rendono possibili condensatori di socialità e resilienza urbana. 2. la riattivazione degli organismi architettonici deve alimentare una riflessione critica sugli interventi, anche di modesta entità (adeguamenti normativi e impiantistici) che cambiano l’immagine e la qualità degli spazi, esterni e interni, con un potere trasformativo inversamente proporzionale alla dimensione fisica dell’azione; un tema figurativo questo cui normalmente non si dà il giusto rilievo. 3. il riuso a fini sociali del patrimonio storico (supportato da recenti disposizioni normative nazionali e regionali) deve fondarsi su un costante dialogo tra memorie e valori ereditati dal passato ed esigenze future, mobili e continuamente cangianti, proprie di una società in rapida e continua evoluzione. Per il progetto di architettura e di paesaggio significa confrontarsi con configurazioni aperte, flessibili, disponibili a ulteriori adattamenti anche attraverso forme di progettazione partecipata in grado di favorire la fattibilità sociale ed economica degli interventi senza per questo perdere la dimensione valoriale dello spazio architettonico inteso quale elemento indispensabile per la qualità della vita di ciascuno.

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