La de-strutturazione dell'ideologia architettonica. Gli anni di "Contropiano"

02 Pubblicazione su volume
Scatena Donatella

Manfredo Tafuri scrive "Per una critica dell'ideologia architettonica" nel numero 1/1969 di Contropiano. La caustica seppur appassionata apertura di questo primo saggio di Tafuri nella rivista, segna con forza assertiva l'inizio di un percorso che, come sostiene Giorgio Ciucci, lo porterà alla sua fortuna internazionale. Contropiano era nato nel luglio del 1968, diretto da Alberto Asor Rosa, Massimo Cacciari e Toni Negri. Considerato dai suoi fondatori "un organo di riflessione teorica", Contropiano non fece "in tempo ad emettere il primo vagito" che subito, scrive Asor Rosa, venne "investito da quella serie di terremoti che, fra il '68 e il '69, sconvolsero il mondo" e che travolsero anche la direzione della rivista. Già nel secondo numero Negri va via, diviso dagli altri due direttori soprattutto dalla "valutazione da dare dell'ondata di lotte studentesche ed operaiste" che stavano esplodendo nel paese. Tafuri, portato dentro Contropiano da Massimo Cacciari e da un giovanissimo Francesco Dal Co, pur con gli "strumenti specifici della sua formazione disciplinare" aderisce completamente alle due principali linee di ricerca di Contropiano che possiamo così riassumere: analisi storiche e teoriche dei rapporti di classe, la cosiddetta "scienza operaia"; analisi della società capitalista attraverso le sue "sovrastrutture ideali e culturali", vale a dire la "critica dell'ideologia" di stampo marxista.
I quattro articoli di Tafuri apparsi su Contropiano tra il 1969 e il 1971, se per Asor Rosa assumono il valore di un "esplicito manifesto programmatico" del pensiero di Tafuri e possono essere letti come un inizio ed un passaggio del suo "intero percorso scientifico", riletti oggi, alla luce anche di alcune folgoranti pre-visioni dell’autore, puntualmente realizzate, testimoniano che l’impianto critico era già in nuce nel Tafuri giovane, e pre ’68.
Tafuri, dunque, aderisce alla linea operaista e frontista di Contropiano, in coerenza anche con le sue battaglie studentesche iniziate all’interno della facoltà di architettura di Roma dalla fine degli anni ’50 e come testimoniato in questa pubblicazione nelle interviste a Paolo Portoghesi ad Enrico Fattinnanzi.
E se in Contropiano la posizione critica di Tafuri, prende il valore di una portata teorica, essa non è dissimile da quella di molti studiosi dell'epoca che in quel momento affrontavano il tema dell’ideologia borghese in altri campi umanistici: poiché, scrive Asor Rosa, "…anche l'architettura moderna...è stata accompagnata da una costante produzione di ideologia"n.
Quella di Tafuri su Contropiano è una riflessione profonda sul lavoro intellettuale e rappresenta un passaggio fondamentale del percorso scientifico del suo autore, che si compie anche fisicamente, da Roma a Venezia.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma