L’Oriente dell'arte. Il passaggio in Europa di Sada Yacco (1900-1902)
L’articolo si propone come riflessione sul senso del passaggio
dell’artista giapponese Sada Yacco nell’Europa teatralmente fervida di primo
Novecento. Il clamore suscitato nel nostro continente dall’arrivo della
Compagnia di Otojirō Kawakami, al cui interno la moglie Sada Yacco finì per
diventare la stella incondizionata (spianando così la strada alla collega Hanako,
che arrivò in Occidente dopo di lei1) venne liquidato da molti come la semplice
conseguenza del gusto per l’esotico che circolava allora in Europa. È vero che il
Giappone, di cui nel nostro continente poco o nulla si sapeva fino alla fine
dell’Ottocento, esercitava nell’immaginario europeo il fascino delle cose
misteriose; altrettanto vero, però, è che sulla signora Kawakami si sono espressi
in modo entusiasta i maggiori intellettuali e critici del tempo; come anche
teatranti di prim’ordine, quali gli attori Henry Irving ed Ellen Terry, le
danzatrici Isadora Duncan e Ruth St. Denis, solo per citarne alcuni. Viene quindi
da chiedersi – ed è da qui che l’articolo prende le mosse – se, e in che misura, il
passaggio della Yacco abbia esercitato una reale influenza sulla formulazione
delle nuove concezioni circa l’arte e la figura dell’attore, allora in germe. Una
domanda a cui si prova a cercare risposta, con l’ausilio delle pubblicazioni più
recenti dedicate all’argomento.